Quando la giustizia non vede e non sente: nuova puntata di un noir salentino e italiano
Quella di
don Cesare, angelo degli immigrati è una storiaccia che pare non finire
mai. Le abbiamo raccontate e denunciate in ogni dove, a partire dal film
inchiesta Mare nostrum (2003) http://www.arcoiris.tv/scheda/it/2957/ , le nefandezze compiute dal prete padrone
del fu Cpt Regina pacis (e dai suoi compari di merende) che dallosanna di
media, alti prelati e politicanti dogni
risma finì in gattabuia con accuse infamanti. Per lui era già stato battezzato
il partito della nazione: si spesero da Raffaele Fitto a Mantovano, allora
vice ministro agli Interni, dalla Poli
Bortone alla Prestigiacomo, da Casini a Buttiglione compreso lintero
establishment dei Democratici di Sinistra pugliese. Ma lindecente saga
salentina e italiana non finì lì. Tanto che i processi a carico di Lodeserto
non si contano da quel 2003 in poi. Le accuse anche: cè buona parte del codice
penale, roba da delinquenza abituale. Ma come da consumata prassi in patria
arriva anche la prescrizione per uno dei
fatti più gravi, quello per violenze e sevizie quando era direttore del Centro
di Permanenza Temporanea Regina Pacis, sostenuto e coperto dalla Curia
locale, finanziato con fiumi di fondi
pubblici. In questo caso, è bene ricordarlo, laccusa per lui era di gravi violenze con sevizie e
crudeltà : insieme a otto carabinieri del XI Battaglione Puglia, a due medici
e alcuni suoi scagnozzi al soldo della omonima fondazione religiosa, aveva prima pestato a sangue e poi
ingozzato di carne di maiale cruda alcuni migranti musulmani, rinchiusi a spese
della collettività nel suo centro, in spregio alla loro religione. Fu informato anche lallora pontefice
Giovanni Paolo II che riuscì soltanto a benedire i migranti torturati,
partirono campagne di controinformazione e decine e decine di interrogazioni
parlamentari, che caddero nel vuoto, di chi aveva capito lantifona. Tanto
che il prete rimase a gestire la
Guantanamo salentina fino alla condanna in Appello di due anni e otto mesi,
così bassa solo perché in Italia non esisteva (come non esiste oggi) il reato
di tortura. A seguire, puf
tutto prescritto anche grazie ai favori di un pool
di avvocati di grido pagati da chissà chi, si fa per dire, dato che il prete
risultava nullatenente. Poi nuove accuse per truffa, sequestro di persona,
calunnia, violenza privata e altre gioiose amenità, compiute stavolta ai danni
di alcune ex prostitute che accoglieva anchesse al Regina pacis, lo
portarono per qualche giorno in galera. Con lui, indagati e dopo undici anni di
processi condannati, furono anche il nipote Giuseppe Lodeserto e Natalia Vieru,
da sempre sua sodale di nefandezze.
Il don
Cesare, diventato nel frattempo presenza imbarazzante persino per il chi
laveva sempre coperto e sostenuto (il vescovo Cosmo Ruppi, presidente della
Cei di Puglia, oggi defunto) fu mandato in missione pastorale. Indovinate un
po dove? A casa della Vieru, che nel frattempo aveva sposato il nipote, nella
capitale moldava Chisinau. Per aprire un altro braccio della fondazione Regina
pacis. Qui ha perseverato con le opere
di bene che aveva imparato a fare nel Salento e, tanto per darsi qualche nuovo
aiutino, con altri fondi pubblici come quelli che gli portò lallora presidente
della Provincia salentina, lavvocato ed ex senatore Ds Giovanni Pellegrino. Persino alcune visite blasonate non
si fece mancare, come quella dellallora
ministro degli Esteri Massimo DAlema in ossequiosa trasferta. Come se il
Lodeserto fosse davvero un santo missionario e non un personaggio da dizionario
del crimine che stava subendo in patria fior di processi e già qualche
condanna. Bontà loro.
Per star
tranquillo comunque il prete intestò ad
un prestanome (il fratello della Vieru) la direzione della fondazione Regina pacis in Moldavia, mentre lei si
dedicava anche al riciclaggio con personaggi poi arrestati per un inchiesta su
fondi neri Enav-Finmeccanica (se volete approfondire leggete a margine uno dei
link). Quasi un salto di qualità, si potrebbe dire
Questo è
quanto, e vi assicuro che vi sono stati risparmiati numerosi altri interessanti
passaggi. Fino agli inizi di marzo 2016 (pochi giorni fa) quando dopo oltre un
paio danni dalla condanna definitiva a 5 anni e 4 mesi con interdizione
perpetua dai pubblici uffici, per la giustizia italiana arriva la chiusura
della vicenda: al Lodeserto viene concesso di scontare un residuo di pena di 2
anni e otto mesi a Quistello, nel mantovano, presso l associazione Ave Maria
nostra Speranza. Lo stesso luogo dove fu arrestato nel 2005, anchesso al
centro di processi, tra condanne e assoluzioni. Lì, dove con i denari pubblici
destinati allaccoglienza dei migranti Lodeserto aveva costruito, come
accusarono i giudici, un residence di lusso. In quel caso la fece franca perchè il reato di peculato cadde grazie al
Concordato tra Stato e Chiesa: di quei fondi pubblici la Curia di Lecce poteva
farci quello che voleva, anche giocarci al lotto. Ma oggi la nuova benedizione il prete
tuttofare la deve ad un nuovo pool di blasonati avvocati, guidati in questo
caso da tale Fritz Massa, parlamentare del partito di Matteo Renzi. In comunità
assisterà un disabile e darà supporto e aiuto alle strutture religiose del
posto. Contenti loro
Espiata la pena tornerà a fare del bene in Moldavia,
assicurano i legali. Anche per questo
limpressione è che a questa maledetta storia non si possa ancora aggiungere la
parola fine.
stefano
mencherini, giornalista indipendente e regista Rai
Per non
dimenticare:
tutte, o
almeno quasi tutte, le nefandezze di don Cesare e dei suoi compari di merende
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=161&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=124&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=113&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=118&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=103&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=104&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=102&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=100&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=90&Itemid=1
http://www.stefanomencherini.org/ita/index.php?option=com_content&task=view&id=31&Itemid=57
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