Colpo Grosso

a tutta scena
di Federico Ramponi
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La riforma Rai non č pių rimandabile PDF Stampa E-mail

 

Potrà sembrare strano a qualcuno, ma a volte è dal basso che arrivano i suggerimenti migliori. Dal basso si coglie meglio la situazione generale, perché si ha una visione più ampia, più completa di come va il mondo. Si patiscono, si hanno più chiare con maggiori bruciature, dal basso, tutte le ingiustizie, tutte le illegalità, tutti i conflitti di interesse che ci ammannisce questo strano mondo che ci pare andare esattamente al contrario di come dovrebbe. Ci può aiutare una frase, apparentemente innocua, che Pierpaolo Pasolini lasciò a Enzo Siciliano, in una lunga intervista, che uscì dopo il suo omicidio.

Pasolini diceva: «Batti, batti e ribatti ancora e sempre sullo stesso mattone… alla fine si apre una crepa e la ‘casa’ comincia a crollare». Così facciamo noi da decenni. Noi della Rai, operai più o meno specializzati, gente volenterosa, con grande senso di appartenenza, di squadra. E con una gran voglia di lavorare per qualcosa che non sia solo lo stipendio a fine mese, ma qualcosa di più: il Servizio pubblico. Ecco perché negli ultimi decenni molti di noi quel senso di appartenenza l’hanno smarrito via via per strada, strada facendo come canterebbe Baglioni. Ed è sempre per questo che abbiamo cominciato a battere su quel mattone una due tre cento mille volte. Fino a scorticarci le dita, fino a sanguinare. E a farci male. Ma questa è un’altra storia, la mia. La storia attuale, quella cogente, con il varo della rivoluzione del Servizio pubblico votato in consiglio di amministrazione, ci dice che dobbiamo proprio ora, con tempismo assoluto, alcuni ‘suggerimenti’ alla nostra amata e odiata azienda. Non a caso dalle pagine di questo giornale. Per sanare le radici infestate da malefiche incrostazioni che la stanno invadendo con impatti devastanti: da Napoli a Milano. Rinascere per crescere, onorando la mission di Servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale. Bene quindi vanno “le direzioni orizzontali”, meno bene il canale in inglese a Rai Com, per definizione a vocazione e intervento commerciale, quindi all’opposto quanto invece prescrive il Contratto di servizio tra Stato e tivù di Stato. Sarà un bel casino da quelle parti. E qualcuno impugnerà qualcosa.

Ma per tornare un passo indietro: cosa devi fare quando hai una casa che cade a pezzi e hai già il progetto pronto? Chiamare la ditta e far partire i lavori di ristrutturazione. Per Rai parliamo di settori nevralgici che sono la spina dorsale di ogni grande azienda. E che la possono far forte nel mondo. Sono due: il personale (Risorse umane, detto Ruo in Rai e vien quasi da ridere…) e l’ufficio legale. Perché là passano tutte le conflittualità, più o meno gravi, tra azienda e dipendenti: mobbing, demansionamenti eccetera eccetera. Che vanno risolti e mai più frequentati. Come vanno disincentivati i contenziosi interni ed esterni all’azienda di Stato. Decine, centinaia di milioni buttati alle ortiche. La tivù nel frattempo penserà a sé stessa, perché è giusto lasciar lavorare chi è già al lavoro: direttori e maestranze tutte. Che tra l’altro possono solo migliorare. Per chiudere: due riforme nella riforma, si potrebbe dire. In Rai un lavoro elefantiaco ma non più rimandabile. Da fare velocemente, mettendo nel frattempo in salvo il Servizio pubblico. Il bravo Salini lo sa. Ma qualcun altro preme per tornare indietro, chissà perché. Non permettiamoglielo. E come nel finale di tutte le belle favole…risorgeRai.

dal Corriere.it dell' 8 marzo

 

 
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